venerdì 20 luglio 2018

La tecnologia

La tecnologia rende migliori le cose che facciamo, senza rendere migliori noi stessi.

lunedì 12 febbraio 2018

Con alcune persone

Da oggi diciamo pane al pane e vino al vino.
Basta ipocrisia, basta rapporti finti. 

Comincerà una nuova vita, considerando ognuno degno della verità. Se sarò deluso da qualche persona, d'ora in avanti la ignorerò e dedicherò il mio tempo solo a chi se ne dimostrerà degno. 

A te, nonna, dico ad esempio che ti voglio bene, che ti sono grato per tutte le cose buone che hai fatto per me. Alla stessa maniera, devo dirti che sei una persona ignorante, presuntuosa, profondamente capricciosa ed egoista. 

Ignorante perché ignori tantissime cose. Cose che vanno - per fare due esempi a caso - dall'inesistenza di Dio al funzionamento (in linea di massima) di un router. 
Presuntuosa perché invece di riconoscere la tua ignoranza ed avere un sano ed umile atteggiamento di curiosità e apertura verso le persone e verso il mondo, presumi di capire ciò che nemmeno conosci, arrogandoti il diritto non solo di dispensare consigli spesso inapplicabili nel mondo di oggi e nelle vite di oggi, ma addirittura di imporre agli altri la tua visione delle cose.

Il motivo è il semplice capriccio, perché il tuo egoismo ti porta a considerare solo i tuoi interessi, solo i tuoi bisogni, anche quando questi non riguardano la tua esistenza, ma contro ogni logica vengono imperniati su quelle degli altri, un contesto all'interno del quale i tuoi bisogni non hanno nemmeno la dignità di un capriccio.  

Questo è quello che avevo da dirti. Altre cose le dirò agli altri. E se a qualcuno non dirò niente, forse è perché quel che ho da dire lo sappiamo entrambi, e spero che ci siamo capiti anche senza dircele a voce. Se non sarà così, anche in questi casi passerò oltre.

martedì 8 novembre 2016

Il rito apparentemente facile dell'addormentarsi

Certe volte mi capita di avere difficoltà a dormire. Mi sdraio, chiudo gli occhi, metto la testa comoda sul cuscino e aspetto, ma non succede niente. Non so da che dipende, ma è come se il cervello non ubbidisse al comando di spegnersi. Certe volte i pensieri non si rassegnano alla notte, non vogliono proprio saper ne di andare a dormine. E così penso, mio malgrado, a una miriade di cose.

Quando sono nel letto senza prendere sonno, divido equamente quel tempo frustrante tra il pensare alle cose che ho da fare l'indomani (anche se spesso e volentieri questi pensieri prendono nella mia mente una parabola che li porta verso giorni futuri ben più lontani sul calendario) e il pensare ai secondi che passano, inesorabili, senza che io sia in grado di dormire o di mettermi all'opera per eliminare qualcosa sulla lista delle cose da fare. Certo, potrei decidere di alzarmi, anche se nel cuore della notte, per dare almeno un senso al mio star sveglio e uno sfogo alla mia ribelle mente operosa. Potrei rendermi utile o almeno distrarmi, sperando poi di tornare nel letto e ripetere - stavolta in modo efficace - il rito apparentemente facile dell'addormentarsi.

Ci ho provato, talvolta. A distrarmi, dico. Ad abbandonare il tepore delle coperte per rimettermi in piedi, nella posizione che più si confà a chi possiede una mente che impera azione. Ma non è mai andata bene. Il più delle volte ho finito per leggere con grande fatica poche righe di un libro, o sono caduto preda di intrattenimenti televisivi e internettiani di pessima lega che nulla più di un effimero e confuso piacere hanno saputo donarmi. La verità è che raramente la notte ha saputo capire e ancor meno saziare la fame improvvisa, imprevista e contorta di questo mio insofferente ed insonne stato di animo.

Così mi sono persuaso a restare nel letto, rassegnato a indirizzare la mia attività cerebrale verso improvvisati e disperati esercizi di autoipnosi, o più semplicemente a contare i secondi uno ad uno, nella speranza di riuscire, come quelle persone di cui parla Seneca, a trovare la pace per troppa stanchezza.

mercoledì 19 ottobre 2016

Sopravvivere insieme

Siamo qui, io e lei. La prima volta in una casa solo per due. La prima volta in una casa solo per noi.
Di fronte alla vita. Senza scuse, stavolta.
Qui la mattina quando ci svegliamo e prepariamo per affrontare ognuno la sua giornata. Qui la sera quando mangiamo e guardiamo la tv insieme.

Insieme.
Ci svegliamo, ci prepariamo, lei esce e io resto.
Lavoriamo, poi lei torna.
E allora cuciniamo, laviamo i piatti, guardiamo un film e poi ci mettiamo a letto, ognuno al sicuro nel suo lato. Non ci tocchiamo, se non culo a culo ogni tanto, così per ridere. C'è rimasto quello, che pure è importante, ma il resto? Non facciamo l'amore e parliamo poco, tra lei che non mi capisce e io che ormai a volte nemmeno più l'ascolto.
Gli argomenti scomodi ci hanno portato ad alzare la voce, poi siamo stati bravi ad accantonarli per andare avanti senza perdere i capelli ed il sonno per la rabbia, spalancando le braccia alla frustrazione un giorno sì e un giorno no. Sogniamo un lavoro migliore, uno stipendio migliore, una casa migliore, vacanze migliori, forse anche partner migliori.

E invece potrebbe essere diverso.
Potremmo smettere di sognare e svegliarci.
Potremmo decidere che è questa "la bella". Potremmo capire che qualunque piscina di prova esige di essere vissuta come l'oceano. Esige apnee, onde imponenti, bonaccia irritante e persino orche assassine con cui lottare per sopravvivere.
Per sopravvivere insieme.

mercoledì 1 giugno 2016

La Maledizione

È una vita che ci lotti contro,
all'inizio ci sbattevi solo la testa contro il muro, perché eri piccolo, poi più grande ma ancora piccolo con la testa, e per quanto ti sforzassi non potevi capire che non puoi cambiare le persone, nemmeno con l'affetto, nemmeno con la logica.

Allora hai chiesto aiuto, perché tu, tu volevi provare a cambiare, a stare meglio. Lo hai fatto, a poco a poco, ti hanno mostrato mostrato strade per provare a vivere meglio. E le hai percorse, passo dopo passo, tra mille difficoltà.

Ma non sei riuscito ad andare fino in fondo, non hai voluto strapparti a morsi quel cordone che ti tiene legato alle uniche persone che, per quanto ti vogliano bene, sono sempre pronte a ricordarti che in fondo, per quanta soddisfazione potrai spremere dalla vita, per quante volte potrai vedere il tuo sorriso specchiato sul viso di chi ti sta di fronte, non hai nulla da festeggiare.

sabato 13 febbraio 2016

Di cosa scrivere?

Scriverò di dubbi e di paure, sforzandomi di guardare in faccia entrambe le cose e di chiamarle col loro nome.

Non mi sforzerò mai di scrivere di amore e felicità, perché ritengo siano già moltissimi, e senza alcuna fatica (né tante volte impegno) a farlo.

sabato 30 gennaio 2016

Due pesi e due misure

Solo tu puoi sapere se nella vita hai dispensato maggiori quantità di bene o di male. Io non saprei dirti, perché da te ho ricevuto entrambi in misura incalcolabile.

venerdì 29 gennaio 2016

Cage

Dovresti aver cominciato a intuire come sono fatto, la mia natura fatta di luci ed  ombre che si susseguono senza un preciso motivo.

A volte, ad esempio, mi sento ingabbiato da sbarre invisibili agli occhi degli altri, anche tuoi. Così mi agito, scalpito, sbraito col mondo intero, perché se non stai bene e non sai di chi è colpa la sola soluzione è prendersela con tutti.

A volte mi basta sfuriare un po', alleggerire la pressione nell'animo per lasciare spazio al ritorno dell'umore, altre volte invece sono costretto ad evadere e a correre finché non sento l'aria fresca sul viso. E appena sto meglio, lontano, il mio primo pensiero sei tu, da cui voglio tornare.

venerdì 4 dicembre 2015

L'incontro fugace che durò troppo a lungo

Questa idea, questa sensazione, l'aveva da sempre dentro di sé, ma - come a volte gli accadeva - le parole esatte si palesarono all'improvviso alla sua mente. Per non lasciarne svanire nemmeno una, poiché alle parole aveva sempre cercato di portare il massimo rispetto, si affrettò a scrivere: 'Saprò trovare con te ogni genere di compromesso, riuscirò nel compito di essere il compagno di anni, forse addorottura di un'intera vita. Ma finché sarà così, sii felice per questo e di più non dimandare. Non chiedermi perché non sprizzo gioia da ogni poro dell'anima, non chiedermi orgasmi'.

giovedì 19 novembre 2015

La ragazza che non voleva prendere la metro

Avete presente quando andate di corsa e vorreste che l'unico limite alla vostra velocità fosse il ritmo frenetico con cui riuscite a mettere una gamba davanti all'altra e a respirare insieme?

Ecco, la mia vita è così quasi ogni giorno. E puntualmente, ogni giorno, c'è qualcosa o qualcuno che fa di tuttoper ostacolarmi. Io non vorrei urtare, scavalcare e richiamare nessuno, perché capisco che ognuno abbia i suoi tempi. Quello che vorrei, però, è che ci fosse una corsia preferenziale per la nostra vita. Non voglio rubare il posto in fila a qualcun altro, passare davanti agli altri perché sono bello o perché sono fatto così, ma vorrei che mi si lasciassero liberi 50 centimetri di marciapiede per essere libero di assecondare il mio passo e metterci quei 3 minuti di meno per arrivare all'ufficio postale, al cinema, all'agenzia dove lavoro.

Allora il punto è questo: avrebbe potuto benissimo prendere in giro anche me, per via dei capelli tipo fratta, per la pelle secca del viso, per l'espressione poco furba che mi porto dietro in tutte le giornate qualunque, oppure anche solo per il mio pullover a righe gialle e verdi. A me sarebbe andato bene, a patto di rendere la metro. Lei invece ha preferito perdere a metro e vincere qualche minuto di prese in giro.