giovedì 19 novembre 2015

La ragazza che non voleva prendere la metro

Avete presente quando andate di corsa e vorreste che l'unico limite alla vostra velocità fosse il ritmo frenetico con cui riuscite a mettere una gamba davanti all'altra e a respirare insieme?

Ecco, la mia vita è così quasi ogni giorno. E puntualmente, ogni giorno, c'è qualcosa o qualcuno che fa di tuttoper ostacolarmi. Io non vorrei urtare, scavalcare e richiamare nessuno, perché capisco che ognuno abbia i suoi tempi. Quello che vorrei, però, è che ci fosse una corsia preferenziale per la nostra vita. Non voglio rubare il posto in fila a qualcun altro, passare davanti agli altri perché sono bello o perché sono fatto così, ma vorrei che mi si lasciassero liberi 50 centimetri di marciapiede per essere libero di assecondare il mio passo e metterci quei 3 minuti di meno per arrivare all'ufficio postale, al cinema, all'agenzia dove lavoro.

Allora il punto è questo: avrebbe potuto benissimo prendere in giro anche me, per via dei capelli tipo fratta, per la pelle secca del viso, per l'espressione poco furba che mi porto dietro in tutte le giornate qualunque, oppure anche solo per il mio pullover a righe gialle e verdi. A me sarebbe andato bene, a patto di rendere la metro. Lei invece ha preferito perdere a metro e vincere qualche minuto di prese in giro.

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