lunedì 10 dicembre 2012

Vibrazioni

Un momento fa ero sul letto, a guardare il soffitto reso appena meno grigio dalla luce della lampada ikea. May it be di Enya andava per la sua strada, quando d'uno tratto l'ho sentita.

Ecco perché mi sono alzato. Perché sono corso qui. Non era una questione di argomenti, ma di movimenti. Quando sei immobile, le tue parole non possono andare da nessuna parte. Quando sei immobile, sei muto. Ma forse sei fortunato ed hai ancora orecchie per sentire.

Stai lì che pensi alle tante storie sulla fine del mondo, e poi d'un tratto la senti. È una vibrazione.
Per un attimo ti ritrovi a trattenere il fiato, un attimo dopo sorridi così dentro che il cuore lo sa, ma il viso non se ne accorge, e un attimo dopo ancora le tue dita, con la pelle più secca del solito, fanno sgorgare fiumi di parole.

Eccola là, la vibrazione. Può essere una melodia leggera di serenità, o un'onda talmente potente da fare invidia a una scossa di terremoto.

Sei tu. E sono felice.
Sono io. E lo sono ancora di più.

Perché forse sono salvo. Forse mi hai salvato, forse mi hai gridato "afferra" e io ho teso la mano prima che fosse tardi, intorpidito in questo antro di calcolo e di calcoli, di lontananza incalcolabile, di silenzio sconfinato. Finché non sei arrivata, sussurrandomi che posso ancora sentire, e che ogni giorno lo devo gridare.

0 commenti:

Posta un commento