giovedì 29 novembre 2012

Ora tocca a me

Caro amico,
ora tocca a me.

Mentre fuori il nubifragio imperversa, e un altro amico ha appena lasciato la mia stanza, penso che devo scriverti da tanto tempo. Così tanto che mi sembra un'infinità di anni fa, quando hai sorseggiato quella birra con me, appollaiati su quel balcone a scrutare quella piazza afosa che agonizzava ai nostri luridi piedi.

Qui le cose vanno bene, mi do da fare e non ho intenzione di deludere nessuno, tantomeno me stesso.

Non ho una donna, ma ho una casa. E ti dirò, trovarsi nelle condizioni di voler cambiare casa è molto meglio che voler cambiare una donna. Inoltre questa casa, che pure sto meditando di cambiare sia per puro spirito di novità che per alcuni difetti che non avevo notato al mio ingresso, mantiene il pregio di essere sempre qui, quando ho bisogno. E finché porto dietro le chiavi, mi accoglie e mi fa stare al caldo.

Mi manchi. Mi manchi tu e mi mancano gli amici. Per colpa mia, perché non riesco a dosare saggiamente il tempo libero e quello da dedicare ad ulteriori impieghi che mi permettano di sognare di avere un futuro economico lievemente migliore. Incentrarmi su me stesso e i miei desideri è senz'altro l'atteggiamento più autentico ed onesto verso me stesso che posso portare, ma certe volte quando arriva la sera preferirei essere per strada, ed avere le forze per correre con qualcuno a perdifiato, persino sotto la pioggia.

Penso al tuo post sulla felicità e mi domando davvero cosa sia, vedendola una questione di fede alla stregue di quel Signore che ora manda quest'acqua della Madonna. Io so che esistono soddisfazione e sintonia, con sé stessi e con gli altri. Chi è uscito di casa per cercare felicità o verità, non è più tornato. Forse non l'ha mai trovata e ancora la cerca, o forse l'ha trovata insieme alla morte.

Io so solo che ho fatto molta strada, che ho i piedi doloranti e puzzolenti, e non vedo l'ora di fermarmi in qualche spiaggia per un bel po' di tempo, a trastullarmi tra sole, sabbia e onde. Eppure, più ci penso e più finisco per chinarmi, stringermi i lacci e scattare ancora.

Non so se quella spiaggia la vedrò a breve, ma di buono c'è che questo muovermi mi porta oggi incontro ad alcune persone interessanti, e chissà, domani mi porterà perfino da te. Per cui metti la birra in fresco. Non si sa mai.


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