mercoledì 18 luglio 2012

In gola

Stamattina è successa una cosa diversa.

Camminavo verso la metro per andare a lavoro e ho visto, una trentina di metri davanti a me, due ruote di bicicletta spuntare in prospettiva (la strada era in salita) da sotto una macchina. Avvicinandomi, dacché si trovava lungo la mia traiettoria, ho visto che c'erano anche un uomo e una bambina.

L'uomo stava in piedi al lato della bicicletta e stava dicendo alla bambina, seduta di traverso sulla canna, dove reggersi. La bambina, all'incirca di 4 anni circa, aveva indosso un vestitino rosa, sandaletti dello stesso colore e capelli raccolti in una piccola e simpatica coda. Portava una vistosa benda bianca su un occhio, ma l'altro era bello per tre.


Seguendo le indicazioni del papà, la bambina ha poggiato una mano al centro del manubrio. Poi è salito anche lui. "Una mano lì e una intorno a papà". Così le ha detto.

Ed è stato proprio in quel momento che io sono arrivato davanti a loro, e l'ho superati. E in quei due-tre secondi in cui li ho avuti più vicini che mai, mentre il papà saliva sulla bici con attenzione per restare in equilibrio e non far cadere la figlia, ho sentito la bimba chiedergli "Ma poi ce la fai a pedalare?".

E mi è venuto da piangere.



1 commento:

  1. Ogni volta che sento la gola, ricordo di avere un'anima. Non c'è niente di più bello.

    RispondiElimina