giovedì 26 luglio 2012

Dati di accesso per la risintonizzare la vita

La verità non è, come piace pensare a moltissime persone al mondo e a te per primo, che il mondo ce l'ha con te. La verità è che non può sempre dirti bene.

La verità è che se per esempio crei 50 siti e sitarelli web, e non ti segni i dati di accesso e le password per bene almeno una volta, poi per forza finisce che un giorno non riesci più ad entrare in un sito.

Ma la verità è che sei così dotato, e soprattutto così sculato, che poi alla fine quel dato salta fuori. No, non perché te lo ricordi, perché hai provato a inserire più di trenta combinazioni diverse tra username e password e non ne hai azzeccata una. No, il fatto è che l'hai scritta, l'hai scritta in uno di quei 47 fogli su cui, cercando quel dato, ti sei accorto di aver scritto e riscritto il progetto del sito. L'hai scritta su uno dei 126 tra fogli e foglietti che hai dovuto riguardare uno ad uno dopo aver svuotato la borsa, appallottolando progetti mai decollati e salvando poesie, frasi d'amore e fogli da poter ancora usare per la brutta. Lo hai fatto senza essere sicuro che avrebbe portato allo scopo, ma certo del fatto che era intelligente, che sarebbe stato utile e che ti avrebbe fatto bene.

Alla fine era lì. Quella password che a guardarla ti viene da ridere per quanto è ovvia, innocente, colpevole solo di essere stata concepita in un giorno in cui i genitori hanno desiderato giocare a cambiare la vita per un po', immaginandosela diversa, come a volte accade nei momenti in cui si ha tra le mani uno dei progetti più preziosi tra quelli custoditi nel cuore. Ecco, quel momento è stato così raro e prezioso, così fuori dalla linea del tempo comune, che un istante dopo che era finito non c'era già più modo alcuno di riacciuffarlo con le mani, o di risintonizzarlo col pensiero.

Ma almeno certe cose si salvano, sebbene all'ultimo. Altre, loro pari per la bellezza assoluta dell'istante in cui nascono, muoiono senza che ce ne rendiamo conto, e spariscono - chissà -  per sempre dall'orizzonte che andando avanti fissiamo senza mai raggiungerlo.

5 commenti:

  1. "Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono."

    Muriel Barbery
    da L'eleganza del riccio

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  2. Lo vedi? Tu mi fai le citazioni, per di più belle e bene in tema, e di conseguenza io non posso che stimarti.

    PS: Non che abbia letto il libro, ma visto il popolare titolo mi sono sempre chiesto "E se un riccio non fosse elegante?".

    Mah

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  3. E sarebbe negativo? ;)

    In effetti non sono sicura che l'eleganza sia il suo tratto dominante. Certo è che finché continuerà a nascondersi,il riccio starà rinunciando alla parte migliore di sé.

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  4. Vero, ma il riccio non si nasconde propriamente. In realtà di arriccia, compie un movimento verso l'interno, verso se stesso e poi di nuovo verso l'esterno. E così all'infinito, se non lo si spunta.

    Direi che ha fasi in cui sembra nascondersi, ma seppure fosse questo il succo, allora lo starebbe facendo attraverso una forma in realtà molto elegante :)))

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  5. Mi sa che dovremmo studiare meglio il mondo animale, che dici?

    ps. il libro te lo consiglio, ma solo se dopo lo commenterai avec moi :)

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