È incredibile come un giorno qualunque sappia improvvisamente trasformarsi in qualcosa di diverso dal solito. Forse di unico. Soprattutto è incredibile ritrovarsi a scrivere un post che inizia così, quando invece, ore fa, l'intento era quello di scrivere di anni fa, di quando tornavo da casa sua a casa mia a piedi, correndo, nel cuore della notte.
Ma ormai questo post ha preso una piega tutta diversa. Lei la ricordo, sì, ovviamente. La ricordo spesso, più spesso di quanto crediate e più spesso di quanto voglio io stesso ammettere. E non è così perché lei è stata la prima. Penso sempre anche a ogni altra venuta dopo di lei.
Venerdì. Venerdì notte e restare sveglio. Non per l'eccitazione, quella delle prime uscite notturne, ma per il bisogno di dire, di parlare, di scrivere. Forse no. Forse solo di raccontare.
È strano, e quando è così strano è perché in fondo è successo qualcosa. Sei stato segnato, colpito, shoccato, impressionato.
Uscire dal lavoro di venerdì, mezzo esaurito e più morto che mezzo, per andare in una clinica dove tuo fratello è stato operato al tendine.
Operazione normale, niente di che. La fanno a occhi chiusi. Rischi zero. Una bella epidurale e quando ti svegli è tutto a posto, devi solo avere pazienza e stare qualche giorno a riposo completo. Poi tutto tornerà come prima. Anzi, meglio di prima.
Poi ti svegli e ti dicono che è tutto ok, che è andata bene. Poi ti svegli e dopo un po' vorresti pisciare, per spuzzare via nel cesso quel veleno stordente che hai ancora in circolo in corpo, insieme al litro di fisiologica che ti hanno dato per "lavarlo via". Vorresti pisciare, farla tutta in quel pappagallo che ti hanno dato perché non puoi camminare e raggiungere il cesso. Ma qualcosa non va.
E io che dopo aver sentito la storia sento come paura, e la paura mi prende e io scappo al bagno per non farmi prendere e allora la faccio, esorcizzando la cosa.
E in tutto questo la luce del cesso di casa mi esplode a mezzo metro dal viso. E in tutto questo, alla fine, la cosa che mi dispiace di più è aver dimenticato di fare gli auguri a mia nonna.
sabato 21 gennaio 2012
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Ohhh finalmente riesco a commentare. Ti giuro che ho tentato con il post precedente ma non c'era stato verso. Speriamo non mi stia illudendo.+
RispondiEliminaSpe, il post era tuo, smetto di scriverne uno qui.
Comunque, mi sono persa. Nel tuo racconto, intendo.
Speriamo allora che questo sia il primo commento di una nuova era.
RispondiEliminaPS: Ci siamo persi in due.
Allora siamo sulla giusta strada:)
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