Dove sono ora, la pioggia si sente di più.
Echeggia, in questa trincea di cemento e finestre.
S'infrange forte giù in basso, sul tetto della piscina coperta,
picchiando su quel lucernaio che da piccolo seguivo con gli occhi
mentre facevo la vasca a dorso.
La fredda pioggia picchia furiosa contro quel vetro, come a volerlo infrangere per ricongiungersi alla sua parte più calda e tiepida, che le è stata strappata e che ora riposa distesa nella grande vasca giù in basso.
E mentre la ascolto, mentre la fisso, sento che assieme a lei anche una parte di me vorrebbe gettarsi nel vuoto. Vorrebbe attraversare il lucernaio, il tempo, e riabbracciare quel ragazzino che faceva veloce la vasca sul dorso.
Quella parte di me vorrebbe tuffarsi in acqua con lui, e giocarci.
E abbracciarlo.
E farsi raccontare la storia di tantissimi sogni.
venerdì 21 settembre 2012
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