Non ho assolutamente nulla di personale contro il concetto di togliersi la vita, né tantomeno contro quelli attuano tale concetto. Io stesso ho pensato tante volte a questa faccenda. Ci pensavo soprattutto anni fa, poi però pensarci mi ha un po' stufato e così ho iniziato a pensarci di meno.
Oggi penso che chi decide di togliersi la vita abbia le sue buone ragioni per farlo. Se invece non ce l'ha, be' anche la noia può essere una ragione, e per suicidarsi per noia bisogna essere annoiati forte.
Per me comunque sia il discorso principale è che sono e restano cavoli suoi.
Sento molta gente dare giudizi dire cosa bisognerebbe fare o non bisognerebbe fare. Sento persone dire che quella che si è tagliata le vene è una codarda, mentre quello che si è buttato dal balcone è un coraggioso. Per me ci vuole coraggio e paura a fare tutto, anche per svegliarsi la mattina e andare a lavoro.
Se c'è una cosa che ho imparato sul parlare delle cose della vita, inoltre, è che più si allarga la portata esistenziale dell'argomento e più tutti i manuali o i vademecum incisi su pietra non servono a un cazzo. E visto che parlando di vita o di morte siamo ai massimi sistemi, direi che perdere tempo ad ascoltare quello che gli altri pensano della vita o della morte degli altri mi interessa molto relativamente.
Io mi limito ad ammettere che una persona possa fare una scelta del genere.
Togliersi la vita. Sì. In fondo uno non sceglie di nascere, gli dovrebbe essere consentito almeno di scegliere di morire.
Però c'è un però. La scelta così assoluta di uno non ricadere forzatamente su tutti gli altri. Amici stretti e parenti, bè quello ci sta e ci può stare. Ognuno può farsi i conti propri e maledire o ringraziare il suicida.
Ma vogliamo mettere di uno che si butta sui binari della metro? Ecco, quello no.
Quello non è "scegliere di togliersi la vita". Quello è "togliersi la vita in un modo da costringere tantissime altre persone a vivere un disagio, a interessarsi all'accaduto. Al tuo accaduto. Non mi sento disumano. Sento invece che la mia umanità, se tutti quelli che si tolgono la vita ogni giorno scegliessero di farlo gettandosi sotto la metro la mattina presto o il pomeriggio tardo quando vado o torno dal lavoro, tornerei a pensare fortemente di togliermi la vita. Se il mio quotidiano fosse andare a lavoro e restare in metro per ore all'andata e al ritorno, ci penserei davvero. Farei molto prima a lavorare da casa o a fare un lavoro per guadagnare di più e permettermi una macchina. Certo che se poi i suicidi cambiassero moda e incominciassero a buttarsi anche sotto agli autobus, be' sarebbe un gran bel casino. Cosa c'entra creare una coda col gettare uan vita? Cosa c'entriamo io e te, la mia vita e la tua? Come se uno venisse a spararsi in casa mia. Ehi, che cosa ti ho fatto? E ora devo pure pulire?
La mia richiesta è di non rompere il cazzo, di crepare in un modo tale da non fare scenate e di non causare inutile disagio. Non ci apri gli occhi, non a noi che ci siamo bendati da piccoli. Accettalo. Se per te non ci sono abbastanza persone interessate alla tua vita, perché costringerne tante a scontrarsi con la tua morte?
Un suicidio e due omicidi.
Oggi un padre di Brescia, ex pubblicitario 41enne ora senza lavoro, ha lanciato dal balcone i suoi due figli di 1 e 4 anni e poi si è gettato anche lui. Se solo avesse invertito l'ordine...
Io non dico che vivere nella tragedia sia una grande svolta, quello no. Nel mio piccolo ne so un po' anche io. Ma vivere nella tragedia, restare in vita in un modo o in un altro, deve restare una scelta per tutti.
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