venerdì 20 luglio 2018
lunedì 12 febbraio 2018
Con alcune persone
martedì 8 novembre 2016
Il rito apparentemente facile dell'addormentarsi
Certe volte mi capita di avere difficoltà a dormire. Mi sdraio, chiudo gli occhi, metto la testa comoda sul cuscino e aspetto, ma non succede niente. Non so da che dipende, ma è come se il cervello non ubbidisse al comando di spegnersi. Certe volte i pensieri non si rassegnano alla notte, non vogliono proprio saper ne di andare a dormine. E così penso, mio malgrado, a una miriade di cose.
Quando sono nel letto senza prendere sonno, divido equamente quel tempo frustrante tra il pensare alle cose che ho da fare l'indomani (anche se spesso e volentieri questi pensieri prendono nella mia mente una parabola che li porta verso giorni futuri ben più lontani sul calendario) e il pensare ai secondi che passano, inesorabili, senza che io sia in grado di dormire o di mettermi all'opera per eliminare qualcosa sulla lista delle cose da fare. Certo, potrei decidere di alzarmi, anche se nel cuore della notte, per dare almeno un senso al mio star sveglio e uno sfogo alla mia ribelle mente operosa. Potrei rendermi utile o almeno distrarmi, sperando poi di tornare nel letto e ripetere - stavolta in modo efficace - il rito apparentemente facile dell'addormentarsi.
Ci ho provato, talvolta. A distrarmi, dico. Ad abbandonare il tepore delle coperte per rimettermi in piedi, nella posizione che più si confà a chi possiede una mente che impera azione. Ma non è mai andata bene. Il più delle volte ho finito per leggere con grande fatica poche righe di un libro, o sono caduto preda di intrattenimenti televisivi e internettiani di pessima lega che nulla più di un effimero e confuso piacere hanno saputo donarmi. La verità è che raramente la notte ha saputo capire e ancor meno saziare la fame improvvisa, imprevista e contorta di questo mio insofferente ed insonne stato di animo.
Così mi sono persuaso a restare nel letto, rassegnato a indirizzare la mia attività cerebrale verso improvvisati e disperati esercizi di autoipnosi, o più semplicemente a contare i secondi uno ad uno, nella speranza di riuscire, come quelle persone di cui parla Seneca, a trovare la pace per troppa stanchezza.
mercoledì 19 ottobre 2016
Sopravvivere insieme
Di fronte alla vita. Senza scuse, stavolta.
Qui la mattina quando ci svegliamo e prepariamo per affrontare ognuno la sua giornata. Qui la sera quando mangiamo e guardiamo la tv insieme.
Insieme.
Ci svegliamo, ci prepariamo, lei esce e io resto.
Lavoriamo, poi lei torna.
E allora cuciniamo, laviamo i piatti, guardiamo un film e poi ci mettiamo a letto, ognuno al sicuro nel suo lato. Non ci tocchiamo, se non culo a culo ogni tanto, così per ridere. C'è rimasto quello, che pure è importante, ma il resto? Non facciamo l'amore e parliamo poco, tra lei che non mi capisce e io che ormai a volte nemmeno più l'ascolto.
Gli argomenti scomodi ci hanno portato ad alzare la voce, poi siamo stati bravi ad accantonarli per andare avanti senza perdere i capelli ed il sonno per la rabbia, spalancando le braccia alla frustrazione un giorno sì e un giorno no. Sogniamo un lavoro migliore, uno stipendio migliore, una casa migliore, vacanze migliori, forse anche partner migliori.
E invece potrebbe essere diverso.
Potremmo smettere di sognare e svegliarci.
Potremmo decidere che è questa "la bella". Potremmo capire che qualunque piscina di prova esige di essere vissuta come l'oceano. Esige apnee, onde imponenti, bonaccia irritante e persino orche assassine con cui lottare per sopravvivere.
Per sopravvivere insieme.
mercoledì 1 giugno 2016
La Maledizione
sabato 13 febbraio 2016
Di cosa scrivere?
sabato 30 gennaio 2016
Due pesi e due misure
Solo tu puoi sapere se nella vita hai dispensato maggiori quantità di bene o di male. Io non saprei dirti, perché da te ho ricevuto entrambi in misura incalcolabile.
venerdì 29 gennaio 2016
Cage
Dovresti aver cominciato a intuire come sono fatto, la mia natura fatta di luci ed ombre che si susseguono senza un preciso motivo.
A volte, ad esempio, mi sento ingabbiato da sbarre invisibili agli occhi degli altri, anche tuoi. Così mi agito, scalpito, sbraito col mondo intero, perché se non stai bene e non sai di chi è colpa la sola soluzione è prendersela con tutti.
A volte mi basta sfuriare un po', alleggerire la pressione nell'animo per lasciare spazio al ritorno dell'umore, altre volte invece sono costretto ad evadere e a correre finché non sento l'aria fresca sul viso. E appena sto meglio, lontano, il mio primo pensiero sei tu, da cui voglio tornare.
venerdì 4 dicembre 2015
L'incontro fugace che durò troppo a lungo
Questa idea, questa sensazione, l'aveva da sempre dentro di sé, ma - come a volte gli accadeva - le parole esatte si palesarono all'improvviso alla sua mente. Per non lasciarne svanire nemmeno una, poiché alle parole aveva sempre cercato di portare il massimo rispetto, si affrettò a scrivere: 'Saprò trovare con te ogni genere di compromesso, riuscirò nel compito di essere il compagno di anni, forse addorottura di un'intera vita. Ma finché sarà così, sii felice per questo e di più non dimandare. Non chiedermi perché non sprizzo gioia da ogni poro dell'anima, non chiedermi orgasmi'.
giovedì 19 novembre 2015
La ragazza che non voleva prendere la metro
Avete presente quando andate di corsa e vorreste che l'unico limite alla vostra velocità fosse il ritmo frenetico con cui riuscite a mettere una gamba davanti all'altra e a respirare insieme?
Ecco, la mia vita è così quasi ogni giorno. E puntualmente, ogni giorno, c'è qualcosa o qualcuno che fa di tuttoper ostacolarmi. Io non vorrei urtare, scavalcare e richiamare nessuno, perché capisco che ognuno abbia i suoi tempi. Quello che vorrei, però, è che ci fosse una corsia preferenziale per la nostra vita. Non voglio rubare il posto in fila a qualcun altro, passare davanti agli altri perché sono bello o perché sono fatto così, ma vorrei che mi si lasciassero liberi 50 centimetri di marciapiede per essere libero di assecondare il mio passo e metterci quei 3 minuti di meno per arrivare all'ufficio postale, al cinema, all'agenzia dove lavoro.
Allora il punto è questo: avrebbe potuto benissimo prendere in giro anche me, per via dei capelli tipo fratta, per la pelle secca del viso, per l'espressione poco furba che mi porto dietro in tutte le giornate qualunque, oppure anche solo per il mio pullover a righe gialle e verdi. A me sarebbe andato bene, a patto di rendere la metro. Lei invece ha preferito perdere a metro e vincere qualche minuto di prese in giro.